Le origini del culto della Madonna di Provenzano e del suo santuario
La tradizione popolare narra che intorno alla metà del secolo XVI fosse acquartierato a Siena un contingente di sodati dell’imperatore Carlo V (che effettivamente è attestato a Siena fino al luglio del 1552). In quell’epoca il rione di Provenzano era uno tra i più malfamati della Città e un soldato, così prosegue la tradizione, frequentando di notte le strade del rione, compì un gesto sacrilego, sparando un colpo di arma da fuoco contro un’immagine in terracotta della Madonna, conservata in un’edicola sul muro di una povera casa.
Dell’icona oltraggiata rimase solo il busto gravemente danneggiato e il volto della Vergine.
Il popolo devoto, per riparare all’atto blasfemo, ricompose e ricollocò nella sua edicola la statuina, che da allora iniziò ad essere venerata da un numero sempre crescente di pellegrini.
Negli ani successivi furono attestati diversi eventi prodigiosi, ma soprattutto crebbe ben oltre i confini della Città e del territorio senese. Nel 1594, su richiesta dell’Arcivescovo di Siena Ascanio Piccolomni, la Santa Sede concesse il culto della Madonna di Provenzano sotto il titolo di “Advocata nostra” e che si potesse edificare un santuario in suo onore. I lavori iniziarono nel 1593, diretti dall’artista senese Flaminio Del Turco su progeetto del monaco certosino Damiano Schifardini.
Il 16 ottobre 1611 l’edificio era ormai concluso in quasi tutte le sue parti e fu ufficialmente dedicato e aperto al culto dall’Arcivescovo Camillo Borghesi. Il 23 ottobre successivo l’immagine della Madonna venne traslata all’interno della chiesa con una solenne processione per tutte le vie della Città, a cui presero parte la famiglia granducale insieme alle massime autorità civili e religiose. Il santuario fu posto sotto il titolo della Visitazione della Beata Vergine Maria a Santa Elisabetta, la cui festa, nell’antico calendario, cadeva il 2 luglio.
Nel 1614 il Granduca Cosimo II istituì l’Opera di Santa Maria in Provenzano, presieduta da un Rettore laico, che aveva il compito del mantenimento della chiesa e del culto alla sacra immagine.
Nel 1634 Papa Urbano VIII conferì al santuario il titolo di Insegne Collegiata, erigendo anche un Capitolo di Canonici che doveva permanentemente garantire il culto e l’assistenza spirituale ai pellegrini. Da allora diviene un vero e proprio polo civico-religioso per la città e il territorio.